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Giuseppe Cerbino, nella prefazione alla raccolta, afferma: «La poesia di Carla Viganò riconosce nella città un nuovo piano ontologico e traccia una topografia simbolica perfettamente compiuta ed esatta di Milano tra miraggi e illuminazioni in cui si dispone lo scenario umano delle alienazioni definitive e dei contratti disattesi, alla risoluzione dei quali capiamo di non poter scoprire il segreto che ci tiene legati alla terra».